mercoledì 19 novembre 2014

LE REGOLE PER FARE LA SPESA

Oggi mi sono imbattuta su un sito molto carino:
www.disanapianta.net
Lì ho trovato degli ottimi consigli per fare la spesa (alimentare, intendo)

Dopo avervi parlato di "The china study" e delle conferenze del prof. Berrino, ho deciso di condividere con voi "le regole per fare la spesa", che ho trovato appunto nel sito sopracitato ed ho copiato in questo post.

Ecco:



Permettitimi a questo proposito, prima ancora id addentrarci nel vivo
dell’argomento di proporti quelle che sono le regole alle quali mi attengo per fare una buona spesa, essere efficiente, evitare di spendere denaro inutilmente e non acquistare ‘cibo spazzatura’.

1. Non mi reco a fare la spesa quando ho fame!
Rischierei di comprare qualsiasi cosa, soprattutto di quelle già pronte al consumo, che sono le
peggiori.

2.Mi preparo una lista definita precedentemente studiata a casa, e noncompro nulla al di fuori di questa lista.

3.Cerco di valutare il costo reale di un prodotto.
Spesso le confezioni differiscono tra loro per contenuto, in grammi o in litri. Ho imparato nel tempo a non soffermarmi sul prezzo alla vendita, ma a valutare il prezzo al litro o al kg (che spesso è scritto in piccolo sul cartellino del prodotto). Nel fare questo cerco di non dimenticare che la qualità ha un costo...

4.Guardo con diffidenza il 3x2
Spesso questa “offerta” è uno specchietto
per le allodole e ci spinge ad acquistare prodotti che altrimenti non
avremmo acquistato e che senz’altro non erano sulla nostra lista. Dunque la sola offerta non è uno motivo sufficiente per farmi acquistare un prodotto, a meno che non avessi già deciso precedentemente di acquistarlo.

5.Me ne sto alla larga da raccolte punti e gadget in generale. Queste
strategie di marketing non hanno nulla a che vedere con la qualità del prodotto.

6.Diffido dei prodotti sponsorizzati da testimonial
I personaggi del mondo dello sport o dello spettacolo che prestano il loro nome e il loro volto per reclamizzare un prodotto stanno svolgendo un lavoro, spesso molto ben retribuito, e non credono realmente nella validità del prodotto in questione.

7. Leggo con attenzione le etichette.
Quest’ultimo punto merita un approfondimento a parte più avanti.
Potrebbero sembrarti regole sciocche o quantomeno scontate, ma ti posso garantire che a me hanno aiutato molto a non perdere di vista l’obiettivo con cui entro al supermercato e ho motivo di pensare che possano fare altrettanto per te.

Entriamo ora nel vivo di questo importante tema che è la spesa.
Abbiamo compreso che ciò che cuciniamo e, di conseguenza, mangiamo, dipende essenzialmente da quali ingredienti acquistiamo.





TUTTO INIZIA CON LA SPESA!!



OLIO
è il condimento più importante. Deve essere un olio extra vergine di oliva, detto anche olio EVO (ch è diverso rispetto al semplice olio vergine di oliva, dall’olio d’oliva e dall’olio di sansa che invece subiscono manipolazioni differenti dalla spremitura e possono contenere additivi). E’ ottenuto direttamente dalla spremitura delle olive, tramite processi meccanici, a freddo.
Scordiamoci di trovare un vero olio extra vergine di oliva a meno di 7, 8 euro al litro. (Spesso si aggira attorno ai 10 euro/litro).
SALE
Ho già abbondantemente parlato del sale marino integrale e di quanto sia importante il suo utilizzo per il nostro organismo. Buttare il vecchio sale da cucina e comprare questo è un piccolo gesto e chiunque può farlo. Questo sale si trova soltanto nei negozi specializzati in alimenti naturali. E’ spesso molto più umido e più grigio rispetto a quello a cui siamo abituati (proprio perché non viene sbiancato chimicamente né trattato con antiagglomeranti per preservarlo
dall’umidità). Lasciamo perdere il sale iodato, che viene spesso proposto come ottimale. Si tratta di un comune sale raffinato, cioè a cui è stato tolto tutto, a cui viene aggiunto iodio. E’ un prodotto industriale che non ha nulla a che vedere con quello che la natura ci dona in un perfetto equilibrio di componenti.
ZUCCHERO
Lo zucchero bianco è un “veleno”. So che questa affermazione può risultare forte, ma a tutti gli effetti induce dipendenza e danneggia fortemente il nostro organismo. L’ideale sarebbe smettere di aggiungere zuccheri in ogni cosa
(caffè, the, latte, macedonia...) e imparare ad apprezzare ogni alimento per il suo vero sapore. Lo zucchero bianco deriva dalla lavorazione della barbabietola da zucchero ed è frutto di un processo altamente industriale. Non è un alimento!!
Volendo comunque utilizzare un prodotto per dolcificare si può optare per lo zucchero integrale di canna (attenzione non lo zucchero grezzo, che è quello grigino) che è uno zucchero scuro, vivo (nel senso che i suoi granelli si muovono) e dal sapore intenso, oppure per un dolcificante naturale tipo malto, sciroppo d’agave o sciroppo d’acero. Non prendo nemmeno in considerazione i dolcificanti chimici tipo aspartame (per intenderci quelli tipo Dietor) perché
sono un’immonda schifezza...
Fortunatamente in questi ultimi anni ci si sta svegliando a questo proposito e anche le istituzioni iniziano a disincentivare l’eccessivo consumo di zuccheri.
PANE
Ho già trattato ampliamente il discorso pane. Vorrei soltanto aggiungere che un alimento così importante, simbolo della vita stessa, merita un trattamento diverso rispetto a quello a cui viene sottoposto oggi. E’ un vero peccato che la cultura della panificazione si sia persa a tal punto. Il pane non può essere un alimento industriale. Recuperare l’arte della panificazione casalinga
sarebbe un grande tesoro... Un pane “vero” si può comunque trovare presso i negozi specializzati in alimentazione naturale.
PASTA
La pasta è un alimento irrinunciabile per noi italiani. La pasta è frutto di un processo industriale che tende ad impoverire il cereale di partenza.
Nonostante ciò, una pasta di qualità è comunque un buon alimento. Soprattutto se è stata trattata con il giusto riguardo (trafilatura al bronzo ed essiccatura a
basse temperature). Alla pasta bianca è da preferire la pasta integrale, variando magari anche il cereale d’origine (grano duro, farro, kamut).
FARINA
La farina che si trova normalmente in commercio viene identificata
come 00, o tutt’al più 0. Nella grande distribuzione non viene nemmeno preso in considerazione che possano esisterne di diverse. Io sono cresciuta pensando che la farina fosse unica. In realtà esistono vari tipi di farine poiché differenti sono i gradi di raffinazione e differenti sono i cereali da cui provengono. Esistono farine
integrali, seminegrali o bianche, di grano tenero, grano duro, farro, kamut, mais, segale, avena e riso. Dunque il mondo delle farine è molto più ampio di quanto si pensi! Le farine integrali sono ottenute dalla macinazione del cereale di partenza senza che avverga alcun processo di raffinazione. Si ottiene così un alimento vero, ricco di fibre e di nutrienti preziosi per il nostro organismo. Più la farina viene raffinata e maggiore è l’impoverimento nutritivo.
PRODOTTI ANIMALI
Ovvero: CARNE e SALUMI, LATTE e FORMAGGI, UOVA, PESCE.
Tutti questi prodotti vanno consumati con moderazione. Io sono cresciuta mangiando carne tutti i giorni, spesso più volte al giorno, magari una pastasciutta al ragù e per secondo una bistecca e poi alla sera due fette di prosciutto e un pezzo di formaggio. Accidenti, che scorta! Tutte queste proteine animali sono molto impegnative per il nostro corpo. Tendono a nutrirci ma anche ad intossicarci molto.
Nel campo di una certa ricerca medica si fa sempre più spazio l’idea che ci siauna correlazione tra il consumo di proteine animali e l’incidenza dei tumori (The China Study – Campbell) e che l’obesità sia in stretta correlazione con il consumo
di proteine. Sicuramente al giorno d’oggi si verifica un vero abuso di prodotti animali nella dieta di moltissime persone.
Sarebbe sufficiente consumare questi prodotti 3-4 volte alla settimana (una volta la carne, preferibilmente bianca, una il formaggio, uan le uova e una il pesce, per esempio).
Inoltre mi sento in questo caso di spingerti ad essere particolarmente esigente con la qualità. Il pollo che si acquista al supermercato viene da allevamenti intensivi (quelli in cui in 3 mesi il pollo è pronto per essere consumato mentre in natura occorrerebbero circa 2 anni...
verificare fonte, non mi ricordo quale è).
Stesso discorso vale per le uova e per il pesce d’allevamento. Fai il possibile per trovare vicino a te un piccolo produttore, un contadino che tu possa visitare per accertarti di come sono tenuti gli animali e rifornisciti da lui almeno per le uova
ed il pollame.
PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI
Finalmente! Siamo arrivati ai prodotti che amo di più!
La nostra Terra ci riempie dei suoi doni e lo fa da sempre con una saggezza meravigliosa. La natura ci offre i suoi prodotti nella stagione in cui è bene consumarli e spesso nei luoghi in cui andrebbero consumati. Per questo è importante assecondare la stagionalità dei prodotti (uno zucchino o un pomodoro, consumati in inverno, oltre a non sapere di nulla, inquinano il nostro mondo perché devono essere coltivati in serra e riempiono il nostro corpo di acqua, essendone loro ricchissimi, raffreddandolo molto in una stagione in cui invece ha estremo bisogno di calore) e il consumare prodotti locali (se in Italia non cresce la frutta tropicale, forse non è il caso di consumarla tutti i giorni...).
I prodotti della terra dovrebbero essere i padroni della nostra tavola. L’OMS (Organismo Mondiale della Sanità) e il WCRF (Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro) sono concordi nel consigliare un maggiore consumo di frutta e verdura.
Il quantitativo consigliato è di almeno 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura,distribuiti in modo diseguale a favore della verdura. Per intenderci 3-4 porzioni di verdura e 1-2 di frutta. Per sapere quanto è una porzione puoi grossomodo vederla così: almeno 50 grammi di verdura cruda e 120-150 grammi di verdura cotta. Quindi se pensi che le tre foglie di insalata che mangi insieme alla bistecca siano una porzione... ti comunico che ti sbagli di grosso!
Fai una prova: metti in un piatto 50 grammi di insalata e vedrai che volume occupano. Quella è 1 porzione.
Per quanto riguarda invece la verdura cotta, una porzione è un mezzo piatto,visivamente parlando. Ma anche qui puoi fare una prova e te ne renderai conto.
Ti renderai soprattutto conto del fatto che mangi molta meno verdura di quella che dovresti...
Il tuo carrello dovrebbe letteralmente essere invaso dalla frutta e dalla verdura! Insieme con i cereali (pane, riso, pasta, orzo, miglio... ovviamente tutti integrali)
dovrebbero costituire la base del’alimentazione umana.

ESERCIZIO
Se non l’hai mai fatto, la prima volta che vai al supermercato dai una sbirciatina al carrello dei tuoi compagni di fila e cerca di fare un elenco critico di cosa c’è dentro: quanta frutta? quanta verdura? pasta? pane? di che tipo, integrale o
bianco? e quanti prodotti dell’industria alimentare (merendine, patatine, snack, succhi, yogurt, pasta sfoglia pronta, impanate tipo spinacine, sughi o zuppe pronte al consumo)?
Cerca di calcolare la quantità in percentuale di prodotto fresco; quanto di questo è di stagione? Ok, bene.
Ora fai la stessa analisi con il tuo carrello (o con quello che avevi fino a poco tempo fa se sei reduce da un nostro corso e tante tue abitudini alimentari son già in cambiamento).

I dimenticati Sono quegli alimenti che ci dimentichiamo di acquistare e di conseguenza di cucinare, perché troppo scomodi, troppo lunghi, o semplicemente perché non
fanno parte delle nostre abitudini. Perché anche in cucina siamo tutti schiavi delle abitudini!

LEGUMI

CEREALI

SEMI OLEOSI/FRUTTA SECCA

GERMOGLI

SPEZIE

ERBE AROMATICHE

Ci sono poi tanti altri alimenti che meriterebbero di essere menzionati, che sono parte integrante di una dieta completa ed equilibrata, (alghe, shoyu, umeboshi,seitan, tofu...)

Bene! Abbiamo visto finora cosa comprare.

Vediamo ora insieme cosa NON comprare.

Tutti i prodotti industriali non sono cibo, non possono essere definiti cibo. Sono un insieme di ingredienti, eccipienti, emulsionanti e conservanti che è sì commestibile ma ha perso tutta la vitalità e la nutritività dei singoli componenti.
Ti faccio un esempio: prendi una confezione pronta di gnocchetti di patate e guarda gli ingredienti
 (Commento all’etichetta – vedi file analisi comparate)

E questo si può dire per tutti i prodotti pronti, dalle merendine agli snack, dai sughi pronti ai biscotti, dalle pizze surgelate ai gelati, dalle bibite gassate ai
succhi dolcificati).

Ricorda,
il cibo industriale non è cibo.
So che può risultare difficile rinunciare totalmente a questi prodotti, che rappresentano solitamente le cose più appetibili, sfiziose e “trasgressive” delle nostre abitudini alimentari.

Puoi concederti uno strappo alla regola, se è davvero un’eccezione... Però nel farlo cerca e scegli prodotti di qualità.

Ti faccio un esempio. Quasi tutti amano la Nutella. Un po’ perché ha un buon sapore, un po’ perché è affettivamente legata all’infanzia. Però se guardi attentamente l’etichetta ti rendi conto che è un prodotto decisamente scadente.
La quantità di nocciole è bassissima (forse il 13%?), quella del cacao altrettanto(4%?)
Mentre è ricca di grassi vegetali..... ecc... 

Esistono in commercio crema alla nocciola con percentuali di nocciole vicino al 40%, che non contengono addensanti, né aromi artificiali.
fai sempre attenzione qualdo acquisti un prodotto, leggi attentamente l’etichetta.

Affrontiamo ora il DOVE comprare.





Vediamo quali sono i più comuni canali di approvvigionamento della materia prima.

Supermercato/Discount

Negozio di fiducia

Negozio specializzato

Negozio di prodotti naturali

Piccolo produttore locale

Autoproduzione

GAS: Gruppi di Acquisto Solidale.

Analizziamo queste voci una alla volta.

Il supermercato
e il discount sono entrambi operatori della grande distribuzione organizzata e costituiscono i luoghi più comuni dove si fa la spesa.
Volenti o nolenti, tutti siamo clienti di quella che viene definita ‘la grande distribuzione’. Il lato positivo è che in un unico luogo troviamo tutti i generi,essenziali e non, di cui abbiamo bisogno (verdura, frutta, carne, pesce, latticini,pasta, pane, prodotti per l’igiene e per la casa, e sempre più spesso anche vestiario, piccola ferramenta e medicinali...). In questo luogo occorre fare molto attenzione a tenere la coscienza bella desta perché in ogni angolo ci sono delle trappole per l’acquirente sprovveduto o anche solo stanco e poco presente a sé stesso. Ma se padroneggiamo le regole d’oro, potremo uscire indenni anche da
questi luoghi!

Il discount
, per sua stessa definizione, è un punto vendita all’interno del quale è
possibile trovare merce a prezzi inferiori rispetto ad analoghi prodotti venduti in altre tipologie di negozi. Questo è reso possibile grazie a precise scelte commerciali che spaziano dal minor assortimento, alla vendita di marchi commerciali poco noti, all’abbattimento dei costi per il personale e per l’allestimento, che è spesso molto più spartano ed essenziale dei supermercati standard. Non è detto che la qualità dei prodotti venduta sia necessariamente inferiore. L’unico modo per comprenderlo è come sempre essere consapevoli e imparare a leggere le etichette.

Il negozio di fiducia
rappresenta una realtà che purtroppo sta scomparendo. Ne esistono ancora nei paesini, ma fanno molta fatica a sopravvivere perché
vengono schiacciati dalla grande distribuzione che spesso fornisce un servizio più completo a prezzi maggiormente competitivi.

Il negozio specializzato
spesso ha una qualità superiore a cui si accompagnano
prezzi decisamente superiori. Esistono negozi specializzati per vari generi(macellerie, salumerie, panifici, fruttivendoli, di prodotti tipici).

Il negozio di prodotti naturali
offre generalmente prodotti biologici o biodinamici, sia freschi che conservati. Esistono anche supermercati di questo genere e, sebbene appartengano alla grande distribuzione per metrature e
politiche commerciali, offrono alla loro clientela prodotti che non vengono reclamizzati attraverso i canali comuni e spesso vi si possono trovare alimenti difficilmente reperibili altrove (come i cereali integrali, le alghe, certi tipi di condimenti, alcuni derivati del glutine e della soia e tante altre cose...).

Il piccolo produttore locale
è il contadino che oltre a produrre per sé, ha anche
una vendita diretta al pubblico (tramite mercati agricoli o direttamente in sede) di prodotti stagionali di sua coltivazione e lavorazione. Si tratta perlopiù di piccole realtà presenti in molte città d’Italia, che si occupano di agricoltura e allevamento e che spesso sono poco conosciute. A volte entrano a far parte dei fornitori dei GAS. Vale la pena informarsi se nelle vicinanze di dove si abita ci sono produttori di questo genere poiché questo è il modo migliore per poter
acquistare prodotti freschi, di stagione e a kilometro zero. Inoltre queste realtà sono solitamente molto disponibili al contatto diretto col consumatore, dando anche la possibilità di visite in loco ai campi o alle stalle.

L’autoproduzione
  riguarda tutto ciò che una persona può coltivare o allevare da
sé e che copre il suo fabbisogno. Tante sono le persone che oggi scelgono di coltivare un orto, un po’ come passatempo e un po’ per essere certi di cosa mangeranno.

I GAS (Gruppi di Acquisto Solidale)
sono gruppi di persone che spontaneamente si riuniscono con l’obiettivo comune di acquistare sulla base di un approccio critico al consumo, e che tendono ad applicare i principi di equità e
solidarietà anche nei confronti dei produttori. L’aspetto etico è dunque molto importante per questi gruppi e i criteri che guidano la scelta dei fornitori sono:qualità del prodotto, dignità del lavoro e rispetto per l’ambiente. Spesso i prodotti smistati dai GAS sono prodotti che provengono dall’agricoltura biologica o dal fairtrade.
Sono un ottimo modo per acquistare e per appoggiare un sistema economico che punta alla consapevolezza e all’equità.


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