www.disanapianta.net
Lì ho trovato degli ottimi consigli per fare la spesa (alimentare, intendo)
Dopo avervi parlato di "The china study" e delle conferenze del prof. Berrino, ho deciso di condividere con voi "le regole per fare la spesa", che ho trovato appunto nel sito sopracitato ed ho copiato in questo post.
Ecco:
Permettitimi
a questo proposito, prima ancora id addentrarci nel vivo
dell’argomento
di proporti quelle che sono le regole alle quali mi attengo per fare
una buona spesa, essere efficiente, evitare di spendere denaro
inutilmente e non acquistare ‘cibo spazzatura’.
1. Non
mi reco a fare la spesa quando ho fame!
Rischierei
di comprare qualsiasi
cosa, soprattutto di quelle già pronte al consumo, che sono le
peggiori.
2.Mi
preparo una
lista definita precedentemente studiata a casa, e noncompro
nulla al di fuori di questa lista.
3.Cerco
di valutare il
costo reale di
un prodotto.
Spesso
le confezioni differiscono
tra loro per contenuto, in grammi o in litri. Ho imparato nel tempo
a non soffermarmi sul prezzo alla vendita, ma a valutare il prezzo
al litro
o al kg (che spesso è scritto in piccolo sul cartellino del
prodotto). Nel fare
questo cerco di non dimenticare che la qualità ha un costo...
4.Guardo
con diffidenza il 3x2
Spesso questa “offerta” è uno
specchietto
per
le allodole e
ci spinge ad acquistare prodotti che altrimenti non
avremmo
acquistato e che senz’altro non erano sulla nostra lista. Dunque la
sola offerta non è uno motivo sufficiente per farmi acquistare un prodotto,
a meno che non avessi già deciso precedentemente di acquistarlo.
5.Me
ne sto alla larga da raccolte punti e gadget in
generale. Queste
strategie
di marketing non hanno nulla a che vedere con la qualità del prodotto.
6.Diffido
dei prodotti sponsorizzati da testimonial
I personaggi del mondo
dello sport o dello spettacolo che prestano il loro nome e il loro volto
per reclamizzare un prodotto stanno svolgendo un lavoro, spesso molto
ben retribuito, e non credono realmente nella validità del prodotto in
questione.
7. Leggo
con attenzione le etichette.
Quest’ultimo
punto merita un approfondimento
a parte più avanti.
Potrebbero
sembrarti regole sciocche o quantomeno scontate, ma ti posso garantire
che a me hanno aiutato molto a non perdere di vista l’obiettivo
con cui entro
al supermercato e ho motivo di pensare che possano fare altrettanto
per te.
Entriamo ora nel vivo di questo importante tema che è la spesa.
Abbiamo
compreso che ciò che cuciniamo e, di conseguenza, mangiamo, dipende essenzialmente
da quali ingredienti acquistiamo.
TUTTO
INIZIA CON LA SPESA!!
OLIO
– è
il condimento più importante. Deve essere un olio extra vergine di oliva,
detto anche olio EVO (ch è diverso rispetto al semplice olio
vergine di oliva,
dall’olio d’oliva e dall’olio di sansa che invece subiscono
manipolazioni differenti
dalla spremitura e possono contenere additivi). E’ ottenuto direttamente
dalla spremitura delle olive, tramite processi meccanici, a freddo.
Scordiamoci
di trovare un vero olio extra vergine di oliva a meno di 7, 8 euro
al litro.
(Spesso si aggira attorno ai 10 euro/litro).
SALE
– Ho
già abbondantemente parlato del sale marino integrale e di quanto
sia importante
il suo utilizzo per il nostro organismo. Buttare il vecchio sale da cucina
e comprare questo è un piccolo gesto e chiunque può farlo. Questo
sale si trova
soltanto nei negozi specializzati in alimenti naturali. E’ spesso
molto più umido
e più grigio rispetto a quello a cui siamo abituati (proprio perché
non viene
sbiancato chimicamente né trattato con antiagglomeranti per
preservarlo
dall’umidità).
Lasciamo perdere il sale iodato, che viene spesso proposto come ottimale.
Si tratta di un comune sale raffinato, cioè a cui è stato tolto
tutto, a cui viene
aggiunto iodio. E’ un prodotto industriale che non ha nulla a che
vedere con
quello che la natura ci dona in un perfetto equilibrio di
componenti.
ZUCCHERO
– Lo
zucchero bianco è un “veleno”. So che questa affermazione può risultare
forte, ma a tutti gli effetti induce dipendenza e danneggia
fortemente il nostro
organismo. L’ideale sarebbe smettere di aggiungere zuccheri in
ogni cosa
(caffè,
the, latte, macedonia...) e imparare ad apprezzare ogni alimento per
il suo vero
sapore. Lo zucchero bianco deriva dalla lavorazione della
barbabietola da zucchero
ed è frutto di un processo altamente industriale. Non è un
alimento!!
Volendo
comunque utilizzare un prodotto per dolcificare si può optare per
lo zucchero
integrale di canna (attenzione non lo zucchero grezzo, che è quello grigino)
che è uno zucchero scuro, vivo (nel senso che i suoi granelli si
muovono) e
dal sapore intenso, oppure per un dolcificante naturale tipo malto,
sciroppo d’agave
o sciroppo d’acero. Non prendo nemmeno in considerazione i dolcificanti
chimici tipo aspartame (per intenderci quelli tipo Dietor) perché
sono
un’immonda schifezza...
Fortunatamente
in questi ultimi anni ci si sta svegliando a questo proposito e anche
le istituzioni iniziano a disincentivare l’eccessivo consumo di
zuccheri.
PANE
– Ho
già trattato ampliamente il discorso pane. Vorrei soltanto
aggiungere che
un alimento così importante, simbolo della vita stessa, merita un trattamento
diverso rispetto a quello a cui viene sottoposto oggi. E’ un vero peccato
che la cultura della panificazione si sia persa a tal punto. Il pane
non può essere
un alimento industriale. Recuperare l’arte della panificazione
casalinga
sarebbe
un grande tesoro... Un pane “vero” si può comunque trovare
presso i negozi
specializzati in alimentazione naturale.
PASTA
– La
pasta è un alimento irrinunciabile per noi italiani. La pasta è
frutto di un
processo industriale che tende ad impoverire il cereale di partenza.
Nonostante
ciò, una pasta di qualità è comunque un buon alimento.
Soprattutto se
è stata trattata con il giusto riguardo (trafilatura al bronzo ed
essiccatura a
basse
temperature). Alla pasta bianca è da preferire la pasta integrale,
variando magari
anche il cereale d’origine (grano duro, farro, kamut).
FARINA
– La
farina che si trova normalmente in commercio viene identificata
come
00, o tutt’al più 0. Nella grande distribuzione non viene nemmeno
preso in considerazione
che possano esisterne di diverse. Io sono cresciuta pensando che la
farina fosse unica. In realtà esistono vari tipi di farine poiché
differenti sono i gradi
di raffinazione e differenti sono i cereali da cui provengono.
Esistono farine
integrali,
seminegrali o bianche, di grano tenero, grano duro, farro, kamut,
mais, segale,
avena e riso. Dunque il mondo delle farine è molto più ampio di
quanto si pensi!
Le farine integrali sono ottenute dalla macinazione del cereale di
partenza senza
che avverga alcun processo di raffinazione. Si ottiene così un
alimento vero,
ricco di fibre e di nutrienti preziosi per il nostro organismo. Più
la farina viene
raffinata e maggiore è l’impoverimento nutritivo.
PRODOTTI
ANIMALI
Ovvero:
CARNE e SALUMI, LATTE e FORMAGGI, UOVA, PESCE.
Tutti
questi prodotti vanno consumati con moderazione. Io sono cresciuta mangiando
carne tutti i giorni, spesso più volte al giorno, magari una pastasciutta
al ragù e per secondo una bistecca e poi alla sera due fette di prosciutto
e un pezzo di formaggio. Accidenti, che scorta! Tutte queste
proteine animali
sono molto impegnative per il nostro corpo. Tendono a nutrirci ma anche
ad intossicarci molto.
Nel
campo di una certa ricerca medica si fa sempre più spazio l’idea
che ci siauna
correlazione tra il consumo di proteine animali e l’incidenza dei
tumori (The China
Study – Campbell) e che l’obesità sia in stretta correlazione
con il consumo
di
proteine. Sicuramente al giorno d’oggi si verifica un vero abuso
di prodotti animali
nella dieta di moltissime persone.
Sarebbe
sufficiente consumare questi prodotti 3-4 volte alla settimana (una
volta la
carne, preferibilmente bianca, una il formaggio, uan le uova e una
il pesce, per esempio).
Inoltre
mi sento in questo caso di spingerti ad essere particolarmente
esigente con
la qualità. Il pollo che si acquista al supermercato viene da
allevamenti intensivi
(quelli in cui in 3 mesi il pollo è pronto per essere consumato
mentre in natura
occorrerebbero circa 2 anni...
verificare
fonte, non mi ricordo quale è).
Stesso
discorso vale per le uova e per il pesce d’allevamento. Fai il
possibile per trovare
vicino a te un piccolo produttore, un contadino che tu possa
visitare per accertarti
di come sono tenuti gli animali e rifornisciti da lui almeno per le
uova
ed
il pollame.
PRODOTTI
ORTOFRUTTICOLI
Finalmente!
Siamo arrivati ai prodotti che amo di più!
La
nostra Terra ci riempie dei suoi doni e lo fa da sempre con una
saggezza meravigliosa.
La natura ci offre i suoi prodotti nella stagione in cui è bene consumarli
e spesso nei luoghi in cui andrebbero consumati. Per questo è importante
assecondare la stagionalità dei prodotti (uno zucchino o un pomodoro,
consumati in inverno, oltre a non sapere di nulla, inquinano il
nostro mondo
perché devono essere coltivati in serra e riempiono il nostro corpo
di acqua,
essendone loro ricchissimi, raffreddandolo molto in una stagione in
cui invece
ha estremo bisogno di calore) e il consumare prodotti locali (se in
Italia non
cresce la frutta tropicale, forse non è il caso di consumarla tutti
i giorni...).
I
prodotti della terra dovrebbero essere i padroni della nostra
tavola. L’OMS (Organismo
Mondiale della Sanità) e il WCRF (Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro)
sono concordi nel consigliare un maggiore consumo di frutta e
verdura.
Il
quantitativo consigliato è di almeno 5 porzioni al giorno tra
frutta e verdura,distribuiti
in modo diseguale a favore della verdura. Per intenderci 3-4
porzioni di
verdura e 1-2 di frutta. Per sapere quanto è una porzione puoi
grossomodo vederla
così: almeno 50 grammi di verdura cruda e 120-150 grammi di verdura cotta.
Quindi se pensi che le tre foglie di insalata che mangi insieme alla
bistecca siano
una porzione... ti comunico che ti sbagli di grosso!
Fai
una prova: metti in un piatto 50 grammi di insalata e vedrai che
volume occupano.
Quella è 1 porzione.
Per
quanto riguarda invece la verdura cotta, una porzione è un mezzo
piatto,visivamente
parlando. Ma anche qui puoi fare una prova e te ne renderai conto.
Ti
renderai soprattutto conto del fatto che mangi molta meno verdura di
quella che
dovresti...
Il
tuo carrello dovrebbe letteralmente essere invaso dalla frutta e
dalla verdura! Insieme
con i cereali (pane, riso, pasta, orzo, miglio... ovviamente tutti
integrali)
dovrebbero
costituire la base del’alimentazione umana.
ESERCIZIO
Se
non l’hai mai fatto, la prima volta che vai al supermercato dai
una sbirciatina al
carrello dei tuoi compagni di fila e cerca di fare un elenco critico
di cosa c’è dentro:
quanta frutta? quanta verdura? pasta? pane? di che tipo, integrale o
bianco?
e quanti prodotti dell’industria alimentare (merendine, patatine,
snack, succhi,
yogurt, pasta sfoglia pronta, impanate tipo spinacine, sughi o zuppe pronte
al consumo)?
Cerca
di calcolare la quantità in percentuale di prodotto fresco; quanto
di questo è
di stagione? Ok, bene.
Ora
fai la stessa analisi con il tuo carrello (o con quello che avevi
fino a poco tempo
fa se sei reduce da un nostro corso e tante tue abitudini alimentari
son già
in cambiamento).
I
dimenticati Sono
quegli alimenti che ci dimentichiamo di acquistare e di conseguenza
di cucinare,
perché troppo scomodi, troppo lunghi, o semplicemente perché non
fanno
parte delle nostre abitudini. Perché anche in cucina siamo tutti
schiavi delle
abitudini!
LEGUMI
CEREALI
SEMI OLEOSI/FRUTTA SECCA
GERMOGLI
SPEZIE
ERBE AROMATICHE
Ci sono poi tanti altri alimenti che meriterebbero di essere menzionati, che sono parte integrante di una dieta completa ed equilibrata, (alghe, shoyu, umeboshi,seitan, tofu...)
Bene!
Abbiamo visto finora cosa comprare.
Vediamo
ora insieme cosa NON comprare.
Tutti
i prodotti industriali non sono cibo, non possono essere definiti
cibo. Sono un
insieme di ingredienti, eccipienti, emulsionanti e conservanti che è
sì commestibile
ma ha perso tutta la vitalità e la nutritività dei singoli
componenti.
Ti
faccio un esempio: prendi una confezione pronta di gnocchetti di
patate e guarda
gli ingredienti
(Commento all’etichetta – vedi file analisi comparate)
E questo si può dire per tutti i prodotti pronti, dalle merendine agli snack, dai sughi pronti ai biscotti, dalle pizze surgelate ai gelati, dalle bibite gassate ai
succhi
dolcificati).
Ricorda,
il
cibo industriale non è cibo.
So
che può risultare difficile rinunciare totalmente a questi
prodotti, che rappresentano
solitamente le cose più appetibili, sfiziose e “trasgressive”
delle nostre
abitudini alimentari.
Puoi concederti uno strappo alla regola, se è davvero un’eccezione... Però nel farlo cerca e scegli prodotti di qualità.
Ti faccio un esempio. Quasi tutti amano la Nutella. Un po’ perché ha un buon sapore, un po’ perché è affettivamente legata all’infanzia. Però se guardi attentamente l’etichetta ti rendi conto che è un prodotto decisamente scadente.
La
quantità di nocciole è bassissima (forse
il 13%?),
quella del cacao altrettanto(4%?)
Mentre è ricca di grassi vegetali..... ecc...
Esistono in commercio crema alla nocciola con percentuali di nocciole vicino al 40%, che non contengono addensanti, né aromi artificiali.
Esistono in commercio crema alla nocciola con percentuali di nocciole vicino al 40%, che non contengono addensanti, né aromi artificiali.
fai
sempre attenzione qualdo acquisti un prodotto, leggi attentamente
l’etichetta.
Affrontiamo
ora il DOVE comprare.
Vediamo
quali sono i più comuni canali di approvvigionamento della materia prima.
Supermercato/Discount
Negozio
di fiducia
Negozio
specializzato
Negozio
di prodotti naturali
Piccolo
produttore locale
Autoproduzione
GAS:
Gruppi di Acquisto Solidale.
Analizziamo
queste voci una alla volta.
Il supermercato
e
il discount sono entrambi operatori della grande distribuzione
organizzata e costituiscono i luoghi più comuni dove si fa la
spesa.
Volenti
o nolenti, tutti siamo clienti di quella che viene definita ‘la
grande distribuzione’.
Il lato positivo è che in un unico luogo troviamo tutti i generi,essenziali
e non, di cui abbiamo bisogno (verdura, frutta, carne, pesce,
latticini,pasta,
pane, prodotti per l’igiene e per la casa, e sempre più spesso
anche vestiario,
piccola ferramenta e medicinali...). In questo luogo occorre fare
molto attenzione
a tenere la coscienza bella desta perché in ogni angolo ci sono
delle trappole
per l’acquirente sprovveduto o anche solo stanco e poco presente a
sé stesso.
Ma se padroneggiamo le regole d’oro, potremo uscire indenni anche
da
questi
luoghi!
Il discount
,
per sua stessa definizione, è un punto vendita all’interno del
quale è
possibile
trovare merce a prezzi inferiori rispetto ad analoghi prodotti
venduti in altre
tipologie di negozi. Questo è reso possibile grazie a precise
scelte commerciali
che spaziano dal minor assortimento, alla vendita di marchi commerciali
poco noti, all’abbattimento dei costi per il personale e per l’allestimento,
che è spesso molto più spartano ed essenziale dei supermercati standard.
Non è detto che la qualità dei prodotti venduta sia
necessariamente inferiore.
L’unico modo per comprenderlo è come sempre essere consapevoli e imparare
a leggere le etichette.
Il negozio
di fiducia
rappresenta
una realtà che purtroppo sta scomparendo. Ne esistono
ancora nei paesini, ma fanno molta fatica a sopravvivere perché
vengono
schiacciati dalla grande distribuzione che spesso fornisce un
servizio più
completo a prezzi maggiormente competitivi.
Il negozio
specializzato
spesso
ha una qualità superiore a cui si accompagnano
prezzi
decisamente superiori. Esistono negozi specializzati per vari generi(macellerie,
salumerie, panifici, fruttivendoli, di prodotti tipici).
Il negozio
di prodotti naturali
offre
generalmente prodotti biologici o biodinamici,
sia freschi che conservati. Esistono anche supermercati di questo genere
e, sebbene appartengano alla grande distribuzione per metrature e
politiche
commerciali, offrono alla loro clientela prodotti che non vengono reclamizzati
attraverso i canali comuni e spesso vi si possono trovare alimenti difficilmente
reperibili altrove (come i cereali integrali, le alghe, certi tipi
di condimenti,
alcuni derivati del glutine e della soia e tante altre cose...).
Il piccolo
produttore locale
è
il contadino che oltre a produrre per sé, ha anche
una
vendita diretta al pubblico (tramite mercati agricoli o direttamente
in sede) di
prodotti stagionali di sua coltivazione e lavorazione. Si tratta
perlopiù di piccole
realtà presenti in molte città d’Italia, che si occupano di
agricoltura e allevamento
e che spesso sono poco conosciute. A volte entrano a far parte dei fornitori
dei GAS. Vale la pena informarsi se nelle vicinanze di dove si abita
ci sono
produttori di questo genere poiché questo è il modo migliore per
poter
acquistare
prodotti freschi, di stagione e a kilometro zero. Inoltre queste
realtà sono
solitamente molto disponibili al contatto diretto col consumatore,
dando anche
la possibilità di visite in loco ai campi o alle stalle.
L’autoproduzione
riguarda
tutto ciò che una persona può coltivare o allevare da
sé
e che copre il suo fabbisogno. Tante sono le persone che oggi
scelgono di coltivare
un orto, un po’ come passatempo e un po’ per essere certi di cosa mangeranno.
I GAS
(Gruppi di Acquisto Solidale)
sono
gruppi di persone che spontaneamente
si riuniscono con l’obiettivo comune di acquistare sulla base di un
approccio critico al consumo, e che tendono ad applicare i principi
di equità e
solidarietà
anche nei confronti dei produttori. L’aspetto etico è dunque molto importante
per questi gruppi e i criteri che guidano la scelta dei fornitori
sono:qualità
del prodotto, dignità del lavoro e rispetto per l’ambiente. Spesso
i prodotti
smistati dai GAS sono prodotti che provengono dall’agricoltura biologica
o dal fairtrade.
Sono
un ottimo modo per acquistare e per appoggiare un sistema economico
che punta
alla consapevolezza e all’equità.
invece per la spesa online, la regola numero uno é registrarsi gratuitamente e dare assolutamente un'occhiata a questo sito: clicca quí
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