lunedì 6 agosto 2012

UNA BELLISSIMA STORIA VERA (terza parte)

Il caldo di fine agosto era ancora ossessivo e la sera facevo un giretto in bicicletta per cercare qualche refrigerio. Una sera, appena dopo il tramonto, mi trovavo a percorrere un elegante quartiere residenziale sulle prime pendici della collina salsese, quando …
fi-fi-fi-fi-fi-fi fiuuuu
Mi fermai ed il richiamo si ripetette. Fischiai anch’io e ricevetti risposta. Era Pippo.
Seguendo la traccia sonora, ne identificai l’origine: il balcone d’angolo di una caratteristica villetta d’epoca. Aguzzai la vista e riconobbi senza ombra di dubbio Pippo, ma subito stralunai gli occhi ed il cuore mi sobbalzò in petto: era costretto in una minuscola gabbietta che a mala pena avrebbe ospitato un colibrì. Il becco fuori da una parte, la coda fuori dall’altra. Le penne delle ali tutte arruffate a furia di sbattere contro le sbarre.
La rabbia mi montò alla testa e mi precipitai a suonare alla porta di quella casa. Mi si presentò una signora di mezza età, anche elegante e distinta. Le dissi che quel merlo sul balcone era mio e che volevo mi fosse restituito. La signora, con una fermezza che mi spiazzò, disse piccata che il merlo era suo, lo aveva da anni e si chiamava Zorro. Replicai che anche un cieco avrebbe visto che quel merlo non raggiungeva i due anni e che comunque rispondeva al mio richiamo. La signora, questa volta in modo scortese, mi disse di smetterla e chiuse la porta. Suonai di nuovo ma non mi fu aperto: dal citofono la stessa voce femminile mi disse di andarmene. Io chiesi almeno che la bestiola fosse messa in una gabbia più grande, ma non credo che questa mia preghiera giunse a destinazione. Un secco “clic” interruppe la conversazione.
A casa riferii l’accaduto ma il consiglio di famiglia decise di soprassedere, che c’erano allora altri problemi che attaccar lite, magari con una famiglia di rispetto, per via di un merlo.
Per timore di incrociare ancora lo sguardo di Pippo, sapendo di averlo tradito ed abbandonato, per mesi non ripercorsi più quella strada.
Ma ben altri animali erano in agguato.
( e la storia continua. . . il bello deve ancora venire )

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