Ci saranno pure posti del mondo dove è possibile un nuovo
modello di vivere aggregato e di sviluppo della socialità? Uno è in
Svezia, l’area si chiama Western Harbour,
da Copenhagen basta attraversare il ponte sul Baltico e sbarcare in a
Malmö. La sua Western Harbour era uno dei poli cantieristici più
importanti del mondo poi è arrivata una crisi distruttiva. E’ un’esempio
di come certe crisi di sistema con attraverso l’intelligenza possano
diventare fantastiche opportunità.
Nei primi anni 90 la disoccupazione era al 20%, ai massimi storici della
Svezia. Oggi invece la baia occidentale è una località turistica di
moda e in estate il suo litorale è affollato.
Si è tramutata nella sede
privilegiata di piccole imprese ad alta tecnologia e di professionisti.
La stima è che, in una decade, il suo valore immobiliare si sia
moltiplicato per dieci, rispetto ai tempi bui del crollo della
cantieristica.
Una sorta di miracolo, ma costruito con pazienza e innovazione lungo dieci anni. Oggi il distretto sostenibile di Malmo
(eletta tra le prime dieci città “verdi” depianeta in un rapporto 2007
del Worldwatch Institute) è un combinato di sistemi multipli. Al largo,
due grandi campi eolici offshore: Boel, dedicato all’alimentazione della
stessa baia occidentale e soprattutto Lilligrund che, con le sue 48
turbine, è una delle maggiori centrali eoliche offshore del Nord-Europa.
Capace di rifornire 60mila case. Per un totale di 3,4 milioni di
chilowattora a trimestre, stimati dalla E.On. E praticamente, dato il
vento abbondante, continui.
Il teleriscaldamento (e telecondizionamento d’estate) si avvale di 10
pozzi geotermici di 90 metri a pompa di calore, trivellati nel basamento
calcareo prospiciente il Baltico, «dove abbiamo acqua sotterranea a
temperatura costante di 15°, e quindi possiamo immagazzinare e prelevare
energia termica: cinque milioni di chilowattore di caldo aggiuntivo in
inverno e tre milioni di freddo in estate».
Ma non è solo fatta di tecnologia, o di investimenti della E.On, la
città sostenibile di Malmö. I 2.600 metri quadrati di pannelli solari
sui tetti della baia occidentale sono stati messi, in gran parte, dai
suoi cittadini. Forniscono il calore in eccesso alla rete e ne prelevano
in caso di deficit. E non solo: «Siamo stati i primi al mondo, negli
anni 70, a passare ad autobus solo a gas – ricorda il sindaco – e oggi
anche a biogas locale». Una fonte energetica su cui la Svezia punta con
200 impianti attivi e l’ambizioso obiettivo del governo, al 2030, di
arrivare a coprire l’intera domanda di carburanti del paese. E a
Oresund, fuori Malmö, la E.On sta costuendo il più grande impianto
svedese, per 75mila tonnellate anno, per rifornire l’intera città. Anche
per le (pochissime) auto che si vedono in giro per il distretto della
baia occidentale. «Da noi si preferisce la bicicletta, sui 430
chilometri di piste a loro riservate» conclude sorridendo il sindaco.
fonte: http://ambientebio.it/
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