giovedì 9 agosto 2012

UNA BELLISSIMA STORIA VERA (sesta ed ultima parte)


La nostra casa era posta su diversi piani. La zona giorno era al primo e per accedere alle cantine, al garage ed al giardino, bisognava scendere una scala con tre giri di rampe.
Quando il tempo cominciò ad intiepidirsi, Pippo volle a tutti i costi andare in giardino. Non potendo uscire in volo dalla finestra della cucina, era costretto a scendere le scale, e risalirle per far ritorno. Era una faticaccia. Gradino per gradino, per tre giri di rampe, con saltelli di elevazione pari al doppio della propria altezza. Però in giardino se la godeva un mondo.
Lo osservavo dalla finestra, un giorno, quando improvvisamente si immobilizzò sotto la finestra della cucina, osservandola attentamente. Era chiaro che voleva tornare in casa, perché quando volava entrava sempre da lì.
Fissò la finestra per qualche minuto. Poi, inaspettatamente ed inopinatamente, corse verso la scala che dal giardino conduce ad un terrazzino posto al primo piano ma che, per un dislivello del terreno, ha una sola rampa.
Non capivo: anche se fosse salito sul terrazzino, risparmiando due rampe di scale ma guadagnando il piano, non avrebbe potuto rientrare in cucina: non erano comunicanti.
Sempre di corsa tornò sotto la finestra della cucina e poi ancora sotto il terrazzino.
Ripetette la manovra per innumerevoli volte, mentre io, sorridendo e scuotendo la testa, pensavo che davvero era un merlo.
Quando però me lo trovai tra i piedi in cucina, rimasi con la bocca aperta. E ancora oggi faccio fatica a chiuderla.
Quella creatura (merlo), nelle sue elucubrazioni tra finestra della cucina e terrazzino, aveva considerato un elemento che io (umano) avevo trascurato: un fregio largo meno di una decina di centimetri che corre torno torno a tutta la casa. E quindi anche tra il terrazzino e la finestra della cucina.
Salendo sul terrazzino e percorrendo il fregio, poteva entrare dalla finestra della cucina, risparmiandosi due rampe di scale.
E così fece fino a quando ripiumò.
Riprese il volo e dopo un certo periodo non fece più ritorno.
Mi piace pensare che abbia incontrato la Pippa e che ogni merlo che ancora oggi incontro sia un suo discendente.
Ognuno tragga, da questa storia assolutamente vera, le considerazioni che crede.
Io ne ho due retaggi.
Se vedete un pazzo farneticante che gira per Salso ed ogni tanto fa: fi-fi-fi-fi-fi-fi fiuuuu, beh, quello sono io.
E se volete farmi un complimento, ditemi pure che sono un merlo.

Fine.

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