La
nostra casa era posta su diversi piani. La zona giorno era al primo e
per accedere alle cantine, al garage ed al giardino, bisognava
scendere una scala con tre giri di rampe.
Quando
il tempo cominciò ad intiepidirsi, Pippo volle a tutti i costi
andare in giardino. Non potendo uscire in volo dalla finestra della
cucina, era costretto a scendere le scale, e risalirle per far
ritorno. Era una faticaccia. Gradino per gradino, per tre giri di
rampe, con saltelli di elevazione pari al doppio della propria
altezza. Però in giardino se la godeva un mondo.
Lo
osservavo dalla finestra, un giorno, quando improvvisamente si
immobilizzò sotto la finestra della cucina, osservandola
attentamente. Era chiaro che voleva tornare in casa, perché quando
volava entrava sempre da lì.
Fissò
la finestra per qualche minuto. Poi, inaspettatamente ed
inopinatamente, corse verso la scala che dal giardino conduce ad un
terrazzino posto al primo piano ma che, per un dislivello del
terreno, ha una sola rampa.
Non
capivo: anche se fosse salito sul terrazzino, risparmiando due rampe
di scale ma guadagnando il piano, non avrebbe potuto rientrare in
cucina: non erano comunicanti.
Sempre
di corsa tornò sotto la finestra della cucina e poi ancora sotto il
terrazzino.
Ripetette
la manovra per innumerevoli volte, mentre io, sorridendo e scuotendo
la testa, pensavo che davvero era un merlo.
Quando
però me lo trovai tra i piedi in cucina, rimasi con la bocca aperta.
E ancora oggi faccio fatica a chiuderla.
Quella
creatura (merlo), nelle sue elucubrazioni tra finestra della cucina e
terrazzino, aveva considerato un elemento che io (umano) avevo
trascurato: un fregio largo meno di una decina di centimetri che
corre torno torno a tutta la casa. E quindi anche tra il terrazzino e
la finestra della cucina.
Salendo
sul terrazzino e percorrendo il fregio, poteva entrare dalla finestra
della cucina, risparmiandosi due rampe di scale.
E
così fece fino a quando ripiumò.
Riprese
il volo e dopo un certo periodo non fece più ritorno.
Mi
piace pensare che abbia incontrato la Pippa e che ogni merlo che
ancora oggi incontro sia un suo discendente.
Ognuno
tragga, da questa storia assolutamente vera, le considerazioni che
crede.
Io
ne ho due retaggi.
Se
vedete un pazzo farneticante che gira per Salso ed ogni tanto fa:
fi-fi-fi-fi-fi-fi fiuuuu, beh, quello sono io.
E
se volete farmi un complimento, ditemi pure che sono un merlo.
Fine.
Nessun commento :
Posta un commento